Popolous di Marco Cresci - fotografie di Martina Loiola
[Marco Cresci] Ciao Andrea, come stai?
[Popolous] Ciao! Sono esaurito, perché da quando ho aperto la mia etichetta mi sono reso conto di quanto facessero le persone che lavoravano con me. Lavorando da solo rivaluti tutto: da quanto tutti siano stati carini con me, al fatto che hanno creduto nel mio progetto, senza contare tutto quello che hanno fatto a livello logistico e pratico.
[MC] Mi stai dicendo che non sei felice di aver fondato la tua etichetta Latinambient?
[P] La mia sanità mentale direbbe di no, però sono molto soddisfatto. Sono sempre stato un artista libero, mi hanno sempre lasciato fare quello che volevo. Però, alla fine, mi sono reso conto che, a parte le questioni burocratiche, ho sempre gestito tutto io: dalla direzione artistica a chi doveva occuparsi dell’artwork. Ho sempre lavorato con persone che mi stimolavano e mi piacevano.
Diversi miei amici hanno cominciato a dirmi: “Hai quarant’anni, ma fattela un’etichetta!” Se devo pensare a me stesso, mi vedo più come un appassionato di musica che come un musicista. Mi piace scoprire, fare scouting, da sempre. Quindi mi sono detto: ok, è una cosa che inizialmente farò per me, ma poi diventerà un’etichetta anche per altri. Pensa che mi hanno già scritto diversi artisti, e questo è bellissimo perché mi danno fiducia. Alcuni mi hanno fatto sentire dei pezzi talmente carini che gli ho consigliato di rivolgersi a un’etichetta seria, non a una appena nata! Ahahahah!
[MC] Hai un cuore puro e non avido!
[P] Con gli artisti, se c’è sintonia, divento prima amico che imprenditore – anche perché questa parola mi fa sempre un po’ ridere, pensando a me. Ma ho già un’uscita pronta per l’autunno: è di un ragazzino italiano che fa una musica simile alla mia. Non mi sento di fare il nome adesso, vedremo cosa succederà. Io lo trovo molto interessante.
[MC] [MC] Torniamo un attimo indietro, mi racconti come è successo che un ragazzino pugliese si sia innamorato della musica elettronica, latina e ambient?
[P] Io sono nato musicalmente con la chitarra, con i Sonic Youth, i Nirvana, i Melvins. Questo fa parte del mio background e non andrà mai via. Certo, ci sono delle fasi della mia vita da appassionato di musica che rinnego con estrema fermezza, tipo il mio periodo metal o grindcore.
A un certo punto, a notte inoltrata, su MTV negli anni Novanta, ho scoperto Chill
Out Zone, e quel programma mi ha cambiato la vita. Ho conosciuto Aphex Twin, gli
Orbital, le prime cose di Björk… mi hanno colpito a livello viscerale. MTV all’inizio non si vedeva in tutte le case, ma era ospitata su alcune TV satellitari. Mio padre, che all’epoca era presidente di un circolo del tennis dove c’era la TV satellitare, riusciva a vederla. Io lo raggiungevo lì e passavo la notte a segnarmi i nomi dei musicisti per poi andare a comprarmi i dischi. Ho scoperto così la musica elettronica,quasi per caso. Poi la rivista Blow Up è stata fondamentale per approfondire l’elettronica sperimentale in quegli anni.
Successivamente mi sono iscritto all’università, dove ho studiato musicologia.
Parallelamente alla mia passione per la musica, ho studiato jazz e musica per film.
[P] Io sono nato musicalmente con la chitarra, con i Sonic Youth, i Nirvana, i Melvins. Questo fa parte del mio background e non andrà mai via. Certo, ci sono delle fasi della mia vita da appassionato di musica che rinnego con estrema fermezza, tipo il mio periodo metal o grindcore.
A un certo punto, a notte inoltrata, su MTV negli anni Novanta, ho scoperto Chill
Out Zone, e quel programma mi ha cambiato la vita. Ho conosciuto Aphex Twin, gli
Orbital, le prime cose di Björk… mi hanno colpito a livello viscerale. MTV all’inizio non si vedeva in tutte le case, ma era ospitata su alcune TV satellitari. Mio padre, che all’epoca era presidente di un circolo del tennis dove c’era la TV satellitare, riusciva a vederla. Io lo raggiungevo lì e passavo la notte a segnarmi i nomi dei musicisti per poi andare a comprarmi i dischi. Ho scoperto così la musica elettronica,quasi per caso. Poi la rivista Blow Up è stata fondamentale per approfondire l’elettronica sperimentale in quegli anni.
Successivamente mi sono iscritto all’università, dove ho studiato musicologia.
Parallelamente alla mia passione per la musica, ho studiato jazz e musica per film.
continua a leggere